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Festival Internazionale del Jazz
Edizione 1988

La storia del Pescara Jazz

Pescara Jazz 1988

Pescara Jazz, contravvenendo alla sua lunga tradizione di jazz festival fuori dalla mischia e dalle mode – una manifestazione che da anni rifugge dalle rassegne di tendenza o dalle serate a tema, ad esclusivo vantaggio di uno spettro stilistico e culturale ampio e diversificato che consenta al suo fedelissimo pubblico di assaporare e godere l’espressione jazzistica in tutte le sue ampie e variegate sfaccettature, ma sempre con il culto della qualità e dell’originalità in primo piano – per questa sua sedicesima edizione, eccezionalmente, si propone all’insegna di un tema accattivante, di successo e di attualità: Jazz & Cinema. Un tema che in verità aveva timidamente affrontato sin dallo scorso anno, presentando in cartellone due delle figure di punta del cult-movie Round Midnight: Dexter Gordon e Herbie Hancock. L’approfondimento di questo tema trova quest’anno motivi di maggior interesse. Innanzitutto, la presentazione alle Naiadi dei sunti di due film-documento (nella loro interezza vengono presentati al Cinema Excelsior), dedicati rispettivamente a Charlie Parker e Bud Powell. Il primo è un “tributo” al massimo esponente del be-bop, realizzato a New York da solisti-epigoni del grande altosassofonista; il secondo è una vera e propria raccolta di “clips” che ritraggono momenti emozionanti della vita del grande pianista. Due figure, Parker e Powell, che oltre ad aver creato musica di grande valore evolutivo e aver commosso ed emozionato generazioni di varie epoche e culture, hanno entrambi colpito al cuore Francis Paudras, che ad ognuno di loro ha dedicato i film-documento in questione e due monumentali libri, To Bird With Love, una raccolta di immagini, lettere e documenti di Charlie Parker, e La Danse Des Infidèles, un vero atto d’amore con foto e testi scritti in memoria di Bud Powell. Francis Paudras, è un personaggio che pur non essendo un musicista (è solo un pianista dilettante) è entrato nella storia del jazz. Fu questo signore francese che nei primi anni Sessanta ricostruì letteralmente Bud Powell, un grande artista alla deriva che, stanco, malato e sfiduciato si stava lasciando morire. Paudras, con amore, dedizione e passione, riportò Powell in piena forma fisica e mentale e lo riconsegnò al successo. La storia dell’amicizia tra il jazzista alla deriva e il giovane francese ha ispirato il cult-movie Round Midnight, un film che oltre ad aver commosso più generazioni ha ridato speranza al rapporto, per anni difficile e mistificatorio, fra il jazz e il cinema. Una speranza che è già realtà, a giudicare dal successo riscosso al recente Festival del Cinema di Cannes dal film di Clint Estwood Bird, dedicato alla vita di Charlie Parker. Ecco due buoni motivi perché Pescara Jazz quest’anno ha scelto il tema Jazz & Cinema. Oltretutto, Francis Paudras sarà ospite della manifestazione pescarese per l’intera durata del festival e, il pomeriggio del 23 luglio, al Cinema Excelsior, insieme ad alcuni fra i più qualificati giornalisti e critici, animerà un dibattito sulla figura di Powell che introdurrà la visione del suo film-documento.

Essendo questo il tema dominante di questa sedicesima edizione di Pescara Jazz, non potevano mancare due serate dedicate a Charlie Parker e Bud Powell, con un programma “ad hoc”, tagliato su misura sui nomi ai quali la prima e la terza serata sono dedicate. Serate che vogliono assolutamente distaccarsi dal concetto “nostalgia”, ma rendere omaggio a due grandi maestri attraverso figure contemporanee che, con originalità e personalità, proseguono i discorsi aperti dai grandi maestri. La prima serata vede in scena personaggi che per un verso o per un altro sono legati a Charlie Parker. Innanzitutto Dizzy Gillespie – che ricorda Bird come “l’altra metà del battito del mio cuore” – compagno indivisibile da Parker nella teorizzazione del be-bop, che presenterà una Big Band zeppa di solisti di fama e di una serie di musicisti dell’area latino-americana, una formazione inedita che, oltre a muoversi nell’ambito del be-bop – di quell’idioma jazzistico Dizzy è oggi l’unico dei grandi protagonisti ancora in vita, un autentico “pezzo di storia” – riprenderà in mano un vecchio discorso che ha sempre amato, quello del cosiddetto “Afro-cuban-jazz”. In esclusiva europea arriverà l’altosassofonista Frank Morgan, solista di influenza parkeriana che, dopo essere stato assente dalla scena per moltissimi anni (detenuto per problemi di tossicodipendenza), è tornato ad essere uno dei nomi di punta di questi ultimi anni. Morgan suonerà in duo con il pianista dai riferimenti stilistici budpowelliani Mike Melillo. Un dialogo a due voci che si preannuncia come una delle situazioni più interessanti di questo festival. Infine, il quartetto di Massimo Urbani, un gruppo solido guidato da un altosassofonista che si ispira al grande Bird non senza tentare vie autonome che tendono a portare proiezioni parkeriane nella musica degli anni Ottanta, solista di grande visceralità e poetica, dotato di una fortissima personalità. La terza serata è all’insegna di due gruppi guidati da due pianisti che devono molto agli insegnamenti di Bud Powell.

Herbie Hancock, trionfatore della scorsa edizione di Pescara Jazz, sottolineò l’importanza di Powell con queste sentite parole: “Bud gettò le basi sulle quali si sarebbe retto l’intero edificio del moderno pianismo jazz; a partire da lui ogni pianista ha cercato di imitarlo, oppure ha fatto di tutto per distaccarsene”. Ebbene, Hancock ha operato intelligentemente in entrambe le possibilità: appoggiandosi agli insegnamenti powelliani ha costruito un suo stile personalissimo. Nel suo quartetto figura l’intelligente Michael Brecker, uno dei tenorsassofonisti più amati dalle giovani generazioni. Leader di un gruppo di successo, Brecker è affascinato e stimolato dalla possibilità di suonare al fianco di Hancock e, come ci ha dichiarato qualche mese fa: “Pur di suonare con Hancock non mi importa di tornare a fare il sideman, l’occasione è troppo bella e stimolante”.

Altra formazione di grosso prestigio è quella del pianista Horace Silver, un altro personaggio di punta che, stilisticamente, nasce da Bud Powell. Ma anche lui ha saputo crearsi una espressione molto personale, sin dagli anni Cinquanta, quando creò quella mistura tra jazz e influenze gospel che fece nascere il filone del Soul Jazz. Silver, fedele ad un suo stile pieno di ritmo e colori, rappresenta una delle figure centrali dell’hard-bop storico, eccellente solista, prolifico compositore e organizzatore sonoro tra i più raffinati e incisivi di tutto il jazz moderno.

La seconda serata è bitematica. Da una parte la chitarra, uno degli strumenti più amati dalle giovani generazioni, che offrirà vari aspetti della sua evoluzione, da quella di chiara derivazione boppistica di Kenny Burrell a quella sofisticata e intelligente di Chuck Wayne, che giunge per la prima volta in Italia e in esclusiva europea per questo festival, fino all’approccio più contemporaneo del belga Philip Catherine, in duo con l’eccezionale contrabbassista danese Niels Henning Orsted Pedersen (un’altra esclusiva nazionale di Pescara Jazz), due musicisti molto affiatati che insieme riescono a superarsi e a dare veramente il meglio delle loro di per sé grandi possibilità improvvisative e di dialogo sonoro. L’altro aspetto della serata, non certo casuale, si ricollega al discorso di Dizzy Gillespie, con una interessante e allegra Latin Jazz All-Stars, una formazione che approderà alle Naiadi dopo aver divertito e interessato l’entroterra abruzzese nell’itinerante e propedeutico Jazz in Provincia, forte di solisti di razza quali Bobby Watson, James Spaulding e Carlos Franzetti e da un supporto ritmico brillantissimo. Tre serate a tema ma sempre sotto il segno della qualità, da anni una delle prerogative di questa manifestazione, la più longeva e viva di tutte quelle della calda estate jazzistica italiana.

Mario Luzzi

Pescara Jazz 88

MASSIMO URBANI QUINTET
FRANK MORGAN & MIKE MELILLO
DIZZY GILLESPIE BIG BAND
GUITAR SUMMIT:
PHILIP CATHERINE & NIELS H.O. PEDERSEN
CHUCK WAYNE
KENNY BURRELL TRIO
LATIN JAZZ ALL STARS
HERBIE HANCOCK QUARTET
HORACE SILVER SEXTET

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